[DOWNLOAD] "Cento racconti" by Ray Bradbury " Book PDF Kindle ePub Free
eBook details
- Title: Cento racconti
 - Author : Ray Bradbury
 - Release Date : January 04, 2013
 - Genre: Fantasy,Books,Sci-Fi & Fantasy,
 - Pages : * pages
 - Size : 3092 KB
 
Description
«I racconti sono qui. Ce ne sono cento, quasi  quarant'anni della mia vita. Contengono metà  delle verità sgradevoli sospettate a mezzanotte  e metà di quelle gradevoli riscoperte a mezzodì  del giorno successivo. Se c'è una cosa che in  questo libro ho inteso fornire, questa è semplicemente  la mappa della vita di un uomo che a  un certo punto si è messo in viaggio verso una  qualche meta, e poi ha continuato ad andare.  La mia vita non è stata tanto il risultato di una  serie di riflessioni quanto piuttosto di una serie  di azioni che, una volta compiute, mi hanno  permesso di capire che cosa avevo fatto e  chi ero. Ogni racconto è stato un modo di trovare  aspetti del mio io, ciascuno un po' diverso  da quello trovato ventiquattr'ore prima.»  Con queste parole Ray Bradbury ha suggellato  la sua prima imponente antologia di racconti,  uscita nel 1980 da Knopf con il titolo ultimativo  The Stories of Ray Bradbury. Scelte e ordinate  dall'autore, queste cento storie - arricchite  nella presente edizione dall'inedita, vivacissima  intervista alla «Paris Review» - disegnano  un percorso affascinante nella produzione di  Bradbury, scrittore poliedrico e al tempo stesso  fedelissimo alle sue passioni e all'idea di arte  come suprema forma di felicità che esclude,  almeno in apparenza, ogni sospetto di sofferenza  o sacrificio intellettualistico.
  Tra le storie di Ray Bradbury campeggia, anzitutto,  la fantascienza: genere che ha dato  fama indiscussa all'autore, dopo gli inizi quasi  in incognito, quando - nell'immediato dopoguerra  - gli scenari di una vita futura sulla  Terra, i marziani o la colonizzazione da parte  degli esseri umani del Pianeta Rosso erano  visti con sospetto o malcelato sarcasmo  dall'establishment letterario, bollati addirittura  con l'etichetta pulp. Niente di più lontano  dall'ispirazione di Bradbury, che usa gli scenari  futuribili come pretesti, sempre, per una  riflessione anche morale sul presente, per mettere  in luce le contraddizioni della società dei  consumi o il disastro rappresentato dalla corsa  agli armamenti; una fantascienza dal nucleo  profondamente umanistico e destinata,  infatti, a una fortuna immensa.
  Ma Bradbury non ha scritto solo storie di fantascienza:  accanto a queste l'autore ha voluto  far posto in questa sua prima autoantologia  alle molte altre sue predilezioni, coltivate pervicacemente  fin dall'infanzia e mai rinnegate.  Così, accanto alle storie ambientate nello spazio  troviamo quelle dedicate a una stirpe americana  di vampiri, racconti di dinosauri, avventure  di viaggiatori nel tempo, robot che si  fingono esseri umani, zombie, scheletri, adolescenti  assassini, fenomeni da baraccone, spettri  e freaks. L'intero continente del fantastico è  battuto dall'autore palmo a palmo, seguendo  le suggestioni degli scrittori più amati (Poe e  Verne, per fare solo due nomi) e scoperti da  autodidatta nelle sale di lettura della biblioteca  comunale di Waukegan, Illinois.  L'infanzia nella provincia americana: ecco, infine,  un altro potentissimo nucleo generatore  della narrativa di Bradbury, cantore impareggiabile  della small-town, raccontata con sguardo  nostalgico e feroce insieme. In queste storie,  popolate da ragazzini timidi ossessionati  dalla paura della morte, della separazione dai  propri affetti e, soprattutto, dalla paura di crescere,  troviamo il bambino che Bradbury è  stato e mai ha smesso di essere. «Ãˆ lui che ha  scritto i miei racconti e i miei romanzi» confessa.  «Mi sono fidato delle sue passioni, delle  sue paure e delle sue gioie. E quasi mai lui  mi ha tradito. Quando nella mia anima c'è un  lungo e umido novembre e io penso troppo e  percepisco troppo poco, so che è ora di tornare  a quel ragazzino con le scarpe da tennis, le  grandi febbri, le innumerevoli gioie e i terribili  incubi. Non so bene a che punto lui si allontani  e io cominci. Ma sono orgoglioso del  nostro tandem.»